CLAUDIO MENAPACE “GENTILUOMO CACCIATORE” 2022

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Pittore della fauna e della natura alpina, che ritrae in quadri e Scheiben, i caratteristici bersagli in legno dipinti, appassionato conoscitore e difensore delle tradizioni degli abitanti della montagna, per il suo impegno a testimonianza dei valori più alti della tradizione venatoria, Claudio Menapace è stato insignito dalla Federcaccia dell’onorificenza di “Gentiluomo cacciatore”

 

Roma, 2 dicembre 2022 – È stata consegnata questa mattina, nel corso della 64a Assemblea nazionale straordinaria della Federazione Italiana della Caccia, alla presenza dei quadri dirigenti provenienti da tutta Italia, ospiti e amici presenti per l’occasione, l’onorificenza di “Gentiluomo Cacciatore”. Con questo significativo riconoscimento, la Federazione ha voluto sottolineare l’impegno, la passione e il profondo amore per l’ambiente e per la caccia, le sue tradizioni e i suoi valori più alti testimoniato con il suo agire da Claudio Menapace.

Menapace è nato in Alto Adige, di origini trentine, dell’Alta Val di Non. Dove le montagne si gettano a strapiombo sulla Valla dell’Adige e una gente rustica ne coltiva sapientemente i versanti fruttati. Genti e montagne che sono da sempre nel cuore di Claudio per trasparire poi nella filigrana dell’anima dei suoi quadri.

Imprenditore bolzanino di successo nel campo dell’edilizia, un signore dal sorriso gioviale ma aristocratico, dai modi volutamente composti ma privi di formalità, ha iniziato a dipingere nei primi anni Settanta, spinto dalla moglie Cristina, che ne aveva intuito il talento.

E le tele da subito si animano dei suoi amori: le cime rocciose, i boschi, i pascoli e la neve dei paesaggi delle montagne alpine. Ma soprattutto dei tanti animali che le popolano e che lui, cacciatore da sempre, ben conosce nei loro aspetti etologici più nascosti.

La sua è una pittura reale ma suggestiva, precisa nei dettagli senza essere mai fotografica, capace sempre di regalarti un palpito al cuore: l’emozione di una beccaccia che improvvisamente frulla in volo, l’apparizione magica del capriolo nel folto del bosco, la rincorsa dei maschi di camoscio al Brumft, il combattimento dei galli forcelli. Solo l’occhio esperto del cacciatore, che ha vissuto le esperienze immortalate, che conosce gli animali selvatici e la loro vita, può descrivere così bene questi reconditi e sublimi momenti che la Natura ci sa offrire.

E Menapace in tutti questi anni queste emozioni le ha regalate a noi, facendoci sognare dentro una cornice.

Le sue opere sono conosciute in tutto l’arco alpino, sia al di qua che al di là del crinale, ma anche in Paesi più lontani. Poliedrico nelle tecniche, spazia dal carboncino all’acquarello, dalle matite colorate all’olio, soprattutto. A lui si deve la riscoperta delle Scheiben, gli antichi dischi di legno dipinti della tradizione tirolese, che ormai fanno lustro di sé in ogni salotto venatorio anche in ambienti lontani e diversi da quello di origine. Una delle sue Scheiben è stata donata a Papa Giovanni Paolo II dal mondo venatorio italiano in occasione dell’anno del Giubileo.

Molte le mostre in cui ha esposto, sia in Italia che all’estero e tanti riconoscimenti ricevuti nella sua ormai lunga carriera artistica. Di assoluto prestigio, fra i tanti, il Premio internazionale “Prix Artistique” conferitogli per le arti figurative nel 1991 a Montreal, in Canada, dal “CIC – Conseil International de la Chasse” (Consiglio Internazionale della Caccia) e la “Medaglia al Merito” del Land Tirolo per meriti artistici, la “Verdienstmedaille”.

Le opere di Claudio Menapace ci aprono tante finestre sul mondo degli animali che sanno far vibrare il nostro intimo di cacciatori e di amanti della natura, ma con il loro generale indiscusso apprezzamento ci hanno anche aiutato a salire un gradino della lunga scala della comprensione, se non della condivisione, del nostro ruolo e della nostra passione da parte della gente.

Quella di “Gentiluomo Cacciatore” è la massima onorificenza che la Federcaccia prevede per chi nella propria vita professionale o sportiva abbia portato lustro alla caccia e contribuendo all’affermazione e all’elevazione dei principi più nobili dell’etica venatoria. Dalla sua istituzione, nel 1991, hanno ricevuto questo riconoscimento, fra gli altri, personalità Mario Rigoni Stern, Pier Luigi Vigna, Augusto Bocchini, Indro Montanelli, Paolo Bedoni, Fausto Coppi, Nevio Scala, Giuliano Incerpi, Bruno Modugno e Ugo Gussalli Beretta.

Ufficio Stampa Federazione Italiana della Caccia