UNO STRANO NATURALISMO

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Che strano naturalismo stiamo vivendo. Un tempo si segnalavano, scoprivano e/o riscoprivano specie di fauna nuove o credute sparite quando non estinte. Oggi ormai è divenuto quasi un metodo liberare animali spariti e/o estinti o  e poi, di fatto, “fingere” di scoprirli! Gli esempi sono ormai tanti, specie nel nostro paese, dal lupo alla lince al castoro europeo. Il tutto ebbe inizio con le prime linci liberate nel Parco Nazionale d’Abruzzo e poi, con enfasi, fatto credere a tutti che se ne era riscoperta la presenza (neanche la lince fosse un minuscolo coleottero!). E c’è gente, naturalisti e zoologici che ci hanno creduto, e ancora ci credono! (si veda in merito la storia di questa “scoperta” pubblicata in Wilderness/documenti n. 1/2021).

Recente è l’avvistamento di una Lince in Val d’Ayas (Valle d’Aosta), che ovviamente ha provenienza svizzera dove, anche là, la Lince non è mai stata “riscoperta”, ma semplicemente vi fu liberata nascostamente. Non si capisce come in questi nostri paesi europei non si possa procedere con metodo scientifico e democratico (liberal/democratico) di fare queste operazioni in forma ufficiale, come avviene da altre parti del mondo.

Comunque, a parte il metodo malandrino con cui da noi certi animali “ritornano”, queste operazioni sono la prova provata di come la vera emergenza ambientale non è il far riprodurre ed aumentare di numero (in fondo basta che ne sopravviva una copia: Noè e la sua Arca insegnano!) tante specie animali a rischio estinzione, ma preservare loro gli spazi naturali selvaggi in cui possano poi vivere con il minor contatto possibile con l’uomo e il suo mondo urbanizzato e coltivato.

E non solo, sono anche la prova che da pochi esemplari sopravvissuti si possa giungere a milioni di esemplari (sono tanti i casi che si potrebbero citare, a partire dal bisonte, americano ed europeo), al lupo, alla lice, all’avvoltoio degli agnelli, all’istrice, ecc. Mentre, ciò non è per gli spazi naturali sviliti con strade, centrali eoliche, rifugi, dighe ecc. Perché, come scrisse Aldo Leopold, “la wilderness una volta persa è persa per sempre”.

Eppure, quanto entusiasmante interesse per le suddette reintroduzioni (ovvio che ciò sia stimolato dall’innato spirito animalista che caratterizza l’intelligenza umana), e quanto scarso interesse a cercare di salvaguardare i pochi spazi selvaggi rimasti nel nostro paese! Per cui stiamo rischiando di avere sempre più animali addomesticati come l’uomo e che, come l’uomo, preferiscono la civiltà all’antico mondo delle caverne: ma siamo proprio certi che questo sia giusto?