Salvare i raccolti e la produzione alimentare. E’ la priorità delle imprese agricole del Nord Italia alle prese con una siccità che richiede interventi straordinari e immediati, capaci di far fronte a una nuova emergenza.
Domani è la Giornata Mondiale per la Lotta alla Desertificazione e alla Siccità, istituita nel 2015 dalle Nazioni Unite, e ricade quest’anno nel periodo più difficile per la mancanza di piogge e per una straordinaria secca del Po che ha spinto le sedi locali di Confagricoltura a chiedere in molti casi lo stato di calamità naturale.
La Confederazione sta raccogliendo le segnalazioni: Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, ma anche Valle d’Aosta e Provincia autonoma di Trento sono fortemente preoccupate per la drammatica situazione che si sta verificando. Persino le compagnie assicurative non contemplano più il rischio siccità tra i servizi riconosciuti.
In Piemonte per orzo e grano si parla di una riduzione della produzione del 30%. Le semine del mais si sono ridotte a favore di colture meno esigenti dal punto di vista idrico, quali sorgo e girasole. A rischio anche la coltivazione del pomodoro da industria. Soffrono pure la vite e il nocciolo. I pascoli sono allo stremo.
In Lombardia, in provincia di Pavia, si sta trinciando il mais, con raccolti del 70 % in meno rispetto a quanto si raccoglierebbe ad agosto, pur di non compromettere del tutto la produzione che rischia di non essere più recuperabile.
Il balzo dei costi di irrigazione colpisce il comparto frutta. In Emilia Romagna dare acqua ai frutteti costerà in media 430 euro a ettaro soltanto di energia elettrica. Nel 2020 la stessa voce di spesa si attestava a 92 euro.
Il quadro si fa più allarmante se si osservano i fabbisogni idrici previsti per portare a termine la campagna frutticola nella stessa regione. Per albicocche, ciliegie, pesche e susine bisogna erogare ancora il 70% dei volumi d’acqua richiesti; per pere e mele l’88%, e si è appena all’inizio della stagione, con il livello del Po al minimo storico, quindi senza scorte.
Segnali di criticità arrivano anche da altre regioni del Centro e Sud Italia, a testimonianza che siamo di fronte a un evento di portata eccezionale.
L’emergenza non è solo italiana: in Francia e in Europa centrale ci sono analoghe segnalazioni. Confagricoltura è in contatto con le organizzazioni professionali degli altri Paesi per valutare eventuali iniziative in sede europea: le imprese agricole, già messe a dura prova dall’instabilità economica per la situazione geopolitica e due anni di pandemia, sono al collasso.
Confagricoltura chiede pertanto al Governo di mettere in atto le misure più adeguate e urgenti per rispondere all’emergenza. Contestualmente sollecita l’Esecutivo a far partire gli interventi infrastrutturali, già finanziati e in avanzato iter procedurale, capaci di aumentare la resilienza dei territori e far fronte a una situazione climatica che non si prevede migliore nei prossimi anni. (Fonte CONFAGRICOLTURA)