PSA. DEPOSITATA IN XIII COMMISSIONE UNA RISOLUZIONE CHE IMPEGNA IL GOVERNO

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A firma degli onorevoli Bruzzone, Molinari, Carloni, Bergamini, Pierro è stata depositata in XIII Commissione (Agricoltura) della Camera dei Deputati una risoluzione volta a impegnare il Governo a risoluzioni e interventi maggiormente incisivi nella lotta al diffondersi della peste suina africana e al depopolamento della specie cinghiale.

Di seguito il testo:

La XIII^ Commissione,

Premesso che:

la peste suina africana (PSA) è una malattia virale, non trasmissibile agli esseri umani, ma che può causare ingenti danni al tessuto economico, poiché altamente contagiosa e letale anche per i maiali d’allevamento;

a distanza di più di un anno dal primo caso – dal 7 gennaio 2022, è stata accertata la presenza della PSA nelle popolazioni di cinghiali nei territori delle regioni Piemonte e Liguria –, se pure efficacemente gestita a livello nazionale e regionale, anche con il contributo delle aziende e delle associazioni coinvolte, il contenimento della diffusione della peste suina non sta funzionando come dovrebbe;

alla data del 28 marzo 2023 i casi di positività riscontrati dal 27 dicembre 2021 nella “zona di restrizione II” sono in totale 516, dei quali 332 in Piemonte e 184 in Liguria, con un incremento rispetto di +8 casi rispetto alla rilevazione del 26 marzo 2023;

ad oggi di fatto il depopolamento del cinghiale, strumento molto efficace per eradicare la Psa, non è stato concretamente ancora attivato e il numero di animali è cresciuto esponenzialmente aumentando i rischi per la pubblica incolumità in ambito urbano e i danni ai fondi agricoli;

Il Commissario Straordinario per la peste suina africana coordina i servizi veterinari delle ASL competenti per territorio, le strutture sanitarie pubbliche, le strutture amministrative e tecniche regionali nonché gli enti territorialmente competenti e verifica la regolarità dell’abbattimento e distruzione degli animali infetti e dello smaltimento delle carcasse di suini nonché le procedure di disinfezione svolte sotto il controllo della ASL competente;

ISPRA fornisce supporto al Commissario Straordinario, in particolare valutando i Piani Regionale di Intervento Urgente previsti dal quadro normativo specifico su tale materia;

ISPRA, durante l’audizione svolta in commissione agricoltura della Camera dei deputati il 23 gennaio 2023, ha riferito che “si registra un costante aumento delle problematiche legate alla presenza del cinghiale in Italia, sia per gli impatti causati all’agricoltura, sia per l’aumento degli incidenti stradali, e – non ultimo – per le problematiche legate alla sempre più diffusa presenza del cinghiale nelle aree urbanizzate”;

durante la medesima audizione ISPRA rileva che “Per fronteggiare questa situazione di generalizzato e costante aumento delle presenze del cinghiale e di persistenza degli impatti sul territorio italiano, è necessario adottare una strategia di intervento nazionale disegnata sulla base di una valutazione critica dei risultati gestionali sinora conseguiti, anche prevedendo il ricorso agli strumenti più efficaci per ridurre le presenze e coadiuvare il contenimento dei danni e la riduzione del rischio di diffusione di malattie, con particolare attenzione al comparto suinicolo e alle indicazioni sanitarie conseguenti all’introduzione in Italia della Peste Suina Africana.”; inoltre, prosegue ISPRA “Per contenere le popolazioni di cinghiale è essenziale non solo aumentare significativamente i prelievi, ma contestualmente seguire una più corretta programmazione dei piani di abbattimento,….]”, infine “le raccomandazioni tecniche” – espresse da ISPRA durante l’audizione – “sono coerenti con la strategia di gestione della Peste Suina Africana adottata dalle autorità sanitarie competenti e con la relativa normativa vigente per la gestione, il controllo e l’eradicazione di questa gravissima malattia dal nostro territorio. Una loro futura implementazione dovrà necessariamente essere declinata tenendo conto anche della situazione epidemiologica, che recentemente ha fatto rilevare una recrudescenza della malattia nelle aree piemontesi e liguri, alla quale ha fatto seguito l’ordinanza del 27 dicembre 2022 con la quale il Commissario Straordinario alla Peste Suina Africana ha prorogato di ulteriori tre mesi alcune delle misure restrittive già vigenti.”;

gli operatori faunistici autorizzati sono soggetti deputati al controllo della fauna selvatica e vengono selezionati attraverso specifici corsi di preparazione alla gestione faunistica e già in possesso della licenza di caccia e che hanno superato un apposito corso di preparazione specifiche (normativa in materia di caccia e controllo della fauna);

se il virus della PSA si dovesse diffondere anche oltre i confini originariamente individuati, potrebbero essere coinvolte aree geografiche storicamente vocate alla suinicoltura, nelle quali peraltro si concentrano oltre i due terzi dei suini allevati in Italia;

anche se i contagi, sono concentrati in diverse aree del Piemonte e della Liguria, e parte del Lazio, è necessario che la PSA non raggiunga le zone a più alta intensità di capi suini allevati e di stabilimenti produttivi di carni e salumi, aree in cui i danni derivanti da una diffusione della malattia sarebbero inimmaginabili;

gli effetti scaturiti dalla diffusione della malattia, hanno già avuto un impatto enorme su tutta la filiera suinicola;

la produzione di carne suina in Italia è una delle principali attività dell’agricoltura italiana con circa 10 milioni di suini allevati ogni anno ed è concentrata in alcune regioni del paese; il settore suinicolo in Italia vanta un fatturato di circa 3 miliardi di euro per la fase agricola e di circa 8 miliardi di euro per quella industriale, incidendo per il 5,8 per cento sul totale agricolo e agroindustriale nazionale e impiega circa 40.000 persone;

in particolare, i prodotti a base di carne Dop e Igp hanno un valore alla produzione pari a 1,93 miliardi di euro e un valore al consumo pari a 4,98 miliardi di euro; l’export vale 601 milioni di euro;

nonostante non vi sia alcun rischio per la salute pubblica, la presenza dell’infezione nei suini, selvatici o domestici, oltre a causare gravi ripercussioni in termini di salute e benessere degli animali, determina l’applicazione di misure previste dai regolamenti UE con forti limitazioni alla commercializzazione di suini e loro prodotti e conseguenze economiche gravissime;

il Ministero della Salute ha adottato il Piano nazionale di Sorveglianza della PSA, approvato e cofinanziato dalla Commissione europea per il 2023, con l’obiettivo di proteggere il patrimonio suinicolo nazionale dal virus PSA;

il suddetto Piano prevede tra le principali misure: – nelle “zone indenni”: la sorveglianza passiva nel settore domestico e nel selvatico; la verifica del livello di applicazione delle misure di biosicurezza in allevamento; l’attività di formazione ed informazione di allevatori, cacciatori, e di tutti i soggetti in qualche modo coinvolti al fine di aumentare la consapevolezza e la conoscenza della malattia; e nelle “zone non indenni”: la ricerca attiva delle carcasse di cinghiale nelle zone di restrizione I e II; la sorveglianza passiva sui cinghiali rinvenuti morti o moribondi, sia catturati che abbattuti; la sorveglianza attiva mediante attività venatoria e di controllo, regolamentata e nel rispetto delle misure di biosicurezza riviste; l’installazione e/o il rafforzamento, nelle zone di restrizione II, di barriere fisiche tra la zona infetta e l’esterno; l’eventuale costruzione di una seconda barriera per la creazione di una zona cuscinetto al fine di limitare gli spostamenti delle popolazioni di cinghiali infette e la conseguente diffusione dell’infezione, così come previsto dalla Strategia di eradicazione definita dalla Commissione Europea e dettagliata dalla Delegazione di esperti a seguito della missione in Italia del febbraio 2022;

attualmente risulta che gli esemplari abbattuti nella zona di restrizione II, anche se risultati negativi alle successive analisi, vengano comunque portati agli inceneritori, proibendo in questo modo l’autoconsumo, come avviene per la zona di restrizione I, considerato che non esiste alcuna delimitazione fisica tra i due ambienti;

tra l’altro, l’articolo 49 del Regolamento di esecuzione (UE) 2021/605 prevede che l’unica precauzione che deve essere osservata è che i cinghiali prelevati non possono essere trasportati o commercializzati al di fuori delle zone I e II, ma non vieta la caccia e l’autoconsumo delle carni dei capi abbattuti, dopo ovviamente il risultato negativo delle analisi;

bisogna sottolineare che i cacciatori non hanno alcun interesse e motivo etico ad effettuare gli abbattimenti dei cinghiali se questi dovranno essere inceneriti anche se negativi alla PSA, portando, quindi, ad un rallentamento del loro contenimento; la diffusione della peste suina africana e il grande rischio di espansione della stessa sono infatti legati prevalentemente al proliferare dei cinghiali, riconosciuti come principali vettori della malattia;

auspicare che la malattia faccia il suo corso e che i cinghiali si persuadano che devono morire, è imprudente e rischioso perché questa inattività dei cacciatori surrettiziamente imposta potrebbe generare sempre più danni e maggiori problemi di incolumità pubblica, oltretutto rendendo endemica la malattia sul territorio con tutte le conseguenze, come un aumento e allargamento della diffusione della PSA, e le responsabilità che ne conseguiranno;

è necessario intervenire con operazioni di depopolamento del cinghiale da parte di un elevato numero di operatori di biosicurezza anche con l’uso di ausiliari per abbattimenti;

è indispensabile portare avanti e intensificare gli interventi fino ad oggi intrapresi per il contenimento della diffusione e il contrasto della PSA, ai fini di una sua completa eradicazione, che si auspica possa avvenire in tempi brevissimi;

è necessario adottare immediatamente le misure atte alla eradicazione della peste suina africana previste dalla strategia di eradicazione della Commissione Europea, per evitare la diffusione della malattia e le conseguenze dannose che potrebbe comportare;

Impegna il Governo

1) ad adoperarsi affinché l’attività del Governo e del Commissario Straordinario alla Peste suina africana siano improntate all’eradicazione della malattia sul territorio nazionale e che i focolai di peste suina africana rimangano isolati e non si estendano alle zone attualmente indenni, al fine di tutelare e proteggere maggiormente le zone a più alta intensità di capi suini allevati e di stabilimenti produttivi di carni e salumi;

2) ad intraprendere tutte le azioni necessarie all’eradicazione della malattia, valutando anche l’adozione delle nuove misure di sorveglianza attiva, comprese quelle che saranno stabilite dal nuovo Piano Nazionale straordinario per la gestione e il contenimento della fauna selvatica, al fine di evitare gravi ripercussioni economiche e sociali che ne deriverebbero dalla diffusione del virus;

3) a potenziare la ricerca attiva delle carcasse di cinghiale nelle zone di restrizione I e II;

4) a mettere in atto ulteriori e più efficaci azioni di depopolamento nelle aree di restrizione I e II;

5) a prevedere, per effettuare il prelievo del cinghiale, l’aumento numerico dei soggetti i quali possano essere autorizzati anche con l’utilizzo dei mezzi ausiliari, quali ad esempio i cani, al fine del contenimento della diffusione e il contrasto della PSA nonché della proliferazione della popolazione di cinghiali;

6) a prevedere un potenziamento dei servizi veterinari delle ASL competenti per territorio e delle strutture sanitarie pubbliche delle regioni interessate, a cui andrebbero affidati la rimozione, trasporto, analisi, incenerimento o interramento dei capi abbattuti risultati positivi ai test per la PSA;

7) ad avviare una concreta filiera delle carni di cinghiale risultate negative ai test PSA;

8) a stanziare i necessari finanziamenti al Commissario Straordinario per la peste suina africana ed alle Regioni interessate per poter attuare i Piani di Eradicazione.