MALTEMPO. DA CIA E COLDIRETTI RACCOMANDAZIONI PER AFFRONTARE LE EMERGENZE

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  • Cia, affrontare stagione emergenze con adeguata manutenzione del territorio

Su buona parte dell’Italia è in arrivo una nuova ondata di freddo con crolli termici e forti temporali. Occorre affrontare per tempo e in prevenzione tali fenomeni climatici, ricorrendo a una adeguata manutenzione del territorio, evitando i posteriori riconoscimenti di stato di calamità ed emergenza, nei campi, nelle aree rurali come in città. La strada da percorrere è quella della prevenzione e cura del territorio, non solo a valle, ma soprattutto a monte. Servono anche nuove misure e strumenti a sostegno delle imprese agricole e non solo, soprattutto nelle zone più a rischio. Così Cia-Agricoltori Italiani, sull’allerta maltempo e in ricognizione dei danni, già oltre il miliardo, per siccità e nubifragi tra Piemonte, Veneto, Umbria, Puglia e Molise. L’attenzione poi, sottolinea l’organizzazione, è sulle opportunità da cogliere con il PNRR.

Per Cia, infatti, che da tempo, con il progetto “Il Paese che Vogliamo” spinge perché si affronti sul serio, specie nelle aree interne, il tema dissesto idrogeologico e ammodernamento delle infrastrutture stradali e idriche, è ormai inaccettabile, anche per via del climate change, una gestione a posteriori del problema.

In Umbria, dice molto il nubifragio a Villa Pitignano (PG), invasa dal fango e bloccata nelle principali vie d’accesso per una bomba d’acqua, con portata 120 millimetri, che dal 23 agosto conta 200 richieste d’intervento e 80 famiglie bloccate in casa, rimozione di rami, alberi caduti e frane.

In Puglia, nel foggiano, la violenza di pioggia, chicchi di ghiaccio e vento ha causato perdite fino al 70% in agro di Torremaggiore e fino al 50% in alcune contrade sanseveresi. Anche nelle province salentine, si va alla conta dei danni in vigneti e sui campi. A Manduria, la furia del vento ha travolto muri e capannoni, mentre nel leccese si teme per il prossimo Primitivo.

In Veneto, aziende agricole e zootecniche non si riprendono dal maltempo del dopo Ferragosto, con campi sommersi di acqua e intere colture da buttare. La Regione ha dichiarato lo stato di crisi per i comuni della Città Metropolitana di Venezia (Padova, Treviso, Verona e Vicenza).

In Piemonte, invece, è allarme siccità. Le colture, messe a dura prova dai violenti temporali dei mesi scorsi che non hanno portato benefici in termini di irrigazione, stanno patendo la totale mancanza di precipitazioni da un mese e mezzo. Gli agricoltori sono costretti a costanti irrigazioni con mezzi e attrezzature alimentati perlopiù a gasolio. Cia ha chiesto alla Regione un supplemento straordinario di gasolio agricolo agevolato, fondamentale per queste attività.

In Basilicata, nel Metapontino, arance, clementine, limoni, kiwi, susine, pomodori e peperoni, sono stati devastati dalla grandine. In Campania, a rimetterci sono state anche ottime olive.

In Basso Molise, la furia del maltempo ha distrutto decine di ettari coltivati a girasole e interi vigneti. Divelte decine di serre e strutture fisse. Per Cia, bene lo stato di calamità naturale, ma gli agricoltori devono cautelarsi con sistemi assicurativi.

“Il PNRR -commenta il presidente nazionale di Cia-Agricoltori Italiani, Dino Scanavino- deve condurre a una definitiva inversione di marcia che non guardi sempre ad acciaio o petrolio come grandi risorse, ma che consideri la natura, la più grande “fabbrica” a cielo aperto, produttrice di ossigeno e patrimonio da preservare. Il Governo ragioni insieme al territorio su come spendere gli oltre 59 miliardi di fondi per la transizione ecologica, già indirizzati, per esempio, alla riduzione del 15% delle perdite idriche e contro il dissesto idrogeologico. I 75 progetti per manutenere, potenziare e completare le infrastrutture tengano conto delle fragilità del Paese e delle sue comunità”.

 

  • Coldiretti: maltempo, estate tropicale con +65% eventi estremi

Con il maltempo si conclude una estate tropicale che dal punto di vista climatologico si classifica fino ad ora in Italia nella top ten delle più calde da oltre due secoli ma segnata da un aumento del 65% degli eventi climatici estremi, rispetto all’estate scorsa. per un totale di oltre 1200 grandinate, bombe d’acqua e tempeste di vento che hanno devastato le campagne da nord a sud della Penisola.

E’ quanto emerge dall’analisi di Coldiretti su dati delle banche dati Eswd e Isac Cnr che prima dell’agosto bollente ha rilevato una temperatura che a luglio è stata superiore di 1,24 gradi alla media storica che era stata superata di ben +2,18 gradi a giugno. L’ultima perturbazione – sottolinea la Coldiretti – ha colpito a macchia di leopardo le coltivazioni in campo nelle diverse regioni provocando con danni ai vigneti, uliveti, campi di girasole, di pomodoro ed ortaggi.

Siamo di fronte – continua la Coldiretti – alle conseguenze dei cambiamenti climatici anche in Italia dove l’eccezionalità degli eventi atmosferici è ormai la norma, con una tendenza alla tropicalizzazione che si manifesta con grandine di maggiori dimensioni, una più elevata frequenza di manifestazioni violente, sfasamenti stagionali, precipitazioni brevi e intense ed il rapido passaggio dal sole al maltempo.

L’ effetto dei cambiamenti climatici con l’alternarsi di siccità e alluvioni ha fatto perdere – conclude la Coldiretti – oltre 14 miliardi di euro in un decennio, tra cali della produzione agricola nazionale e danni alle strutture e alle infrastrutture nelle campagne con allagamenti, frane e smottamenti.