Gli obiettivi particolarmente ambiziosi della prossima PAC 2023-2027 in materia agroambientale, ricomprendono un terzo delle azioni previste per l’ambiente e la biodiversità. Per raggiungere concretamente e uniformemente questi obiettivi risulta necessario che le azioni previste siano adeguatamente incentivate e distribuite territorialmente, viceversa si correrebbe il rischio di scarsa applicazione di queste azioni soprattutto nelle aree marginali a basso reddito e nelle aree con ampia frammentazione dei fondi agrari.
“In questi casi potrebbero avere un ruolo determinante le associazioni e gli istituti territoriali locali che già si occupano di interventi di carattere ambientale in ambito agrario al fine di accedere ed effettuare specifici interventi agroambientali previsti nei bandi nazionali” ha spiegato il dott. Michele Bottazzo, tecnico agronomo per Federcaccia. Un’apposita interrogazione sull’argomento è stata presentata in data 8 giugno dal Vicepresidente dell’intergruppo Hunting, Biodiversity & Country-Side, Marco Dreosto assieme al collega Massimo Casanova, che hanno chiesto alla Commissione europea se ritenga che gli Stati membri possano individuare associazioni o istituti territoriali che ai sensi di legge svolgano azioni di miglioramento ambientale, ad essere riconosciute e titolate ad accedere ai bandi della prossima PAC con ruolo di aggreganti e capofila per interventi e progetti agroambientali. Un importante passo per evidenziare, ancora una volta, l’importanza del ruolo gestionale che il mondo venatorio svolge per la tutela degli habitat e del patrimonio faunistico.
In allegato il testo dell’interrogazione
(Fonte UFFICIO STAMPA ON. DREOSTO)