Tutela, conservazione e protezione oppure gestione, sostenibilità e riequilibrio delle presenze di fauna selvatica?
È questo l’annoso dilemma/scontro in atto ormai da tempo fra due opposte e divergenti visioni che pongono da una parte l’ambientalismo estremista degli anticaccia e dall’altro l’associazionismo venatorio, impegnato sempre più nella difesa della biodiversità, la cui perdita in habitat e specie diventa sempre più preoccupante.
L’aumento smisurato di alcune specie di fauna selvatica, che non è più sostenibile dal mondo rurale e che metta a rischio la salvaguardia degli ambienti e degli altri esseri che in essi vivono, induce ad una seria e profonda riflessione e rivisitazione sull’efficacia delle azioni finora messe in atto nella gestione della fauna e sulla necessità ed urgenza di realizzare interventi mirati, in grado di riportare in equilibrio lo status della fauna selvatica nel Paese.
D’altra parte la Legge quadro 157/92, che tuttora disciplina la Caccia in Italia e che si fonde essenzialmente su principi di tutela, protezione e conservazione della fauna, appare ormai anacronistica e non in grado di gestire la situazione attuale dell’incremento faunistico di alcune specie né di arginare la continua perdita di biodiversità, elemento vitale per la vita animale e vegetale.
Occorre, quindi, una riscrittura sollecita e ragionata della normativa vigente che si fonda su principi di gestione, sostenibilità e riequilibrio, attraverso la messa in atto di nuove strategie in grado di rallentare l’impatto che la fauna selvatica ha sulle attività agricole.
Pur tuttavia, mentre il mondo agricolo e quello venatorio reclamano in maniera responsabile e consapevole un cambio di passo e di strategie per evitare che la fauna selvatica occupi sempre più i nostri spazi, generando paura, danni, malattie, se non pure incidenti, spesso mortali, i nostri detrattori, tuttologi, non trovano di meglio che mettere in campo le loro aberrazioni ideologiche con affermazioni diffamatorie sulla Caccia e portando numeri, cifre e dati che dimostrano tutta la loro ignoranza e pochezza su una materia che richiede più rispetto e ben altra attenzione.
“L’uomo fa parte del grande cerchio della vita” ha affermato qualche giorno fa Franco Zunino “dove ogni essere vive sulle, o grazie alle, spoglie di altri esseri”.
È questo l’emblema della vita di ogni essere vivente, se non vogliamo che l’eccessivo, continuo, inarrestabile incremento di alcune popolazioni di fauna selvatica diventino causa di distruzione di habitat e di morte di tante altre specie più deboli e, in sintesi, della stessa vita.
Serve, pertanto, un confronto sereno, misurato, consapevole da parte di tutti per lavorare insieme con interventi ed azioni capaci di fermare la situazione attuale.
Il mondo della Caccia è pronto a fare, come sempre, la sua parte e a mettere in campo tutto il proprio impegno, le proprie risorse con scienza e conoscenza, sapendo però che non si è più disposti a tollerare offese e intimidazioni gratuite da chi, piuttosto che sulla conoscenza e voglia di soluzione dei problemi, lavora unicamente per denigrare un’intera categoria di onesti cittadini, che forse hanno l’unica colpa di amare svisceratamente la natura e gli esseri tutti che vi vivono più di chiunque altro.
La Caccia non è fatta solo di prelievo: il cacciatore moderno provvede alla cura dell’ambiente ed alla promozione di iniziative per la tutela del territorio, alla difesa ed al ripristino degli habitat che favoriscono la sosta, l’alimentazione e la riproduzione della fauna.
La nostra presenza sul territorio è assidua e responsabile, siamo i paladini della natura e le sentinelle della biodiversità, fieri della nostra passione e del nostro ruolo sociale, sempre più integrati nel sistema ecologico globale, per cui qualsiasi attacco viene fatto alla cultura della caccia ed a chi la esercita non ha alcuna ragione scientifica o giuridica, ma solo una connotazione ideologica e pregiudiziale.
Noi siamo i cacciatori, persone libere, aperte al confronto, ricche di cultura e di storia che operano ed agiscono sempre nel rispetto delle regole, della scienza e della legalità.
Commissione Cultura e Formazione della Federazione Italia della Caccia