In più occasioni, abbiamo affrontato il tema della PSA (peste suina africana), anche nella parte più collegata alle misure di prevenzione e di intervento che hanno visto partecipi attivamente sia il mondo venatorio che gli ATC.
Il nostro impegno di cacciatori non è stato certo trascurabile anche in queste ultime settimane, sia sotto il profilo delle attività di monitoraggio, che hanno visto la partecipazione di centinaia di volontari impegnati sul territorio, sia per quanto concerne le attività di informazione e diffusione dei principali aspetti conoscitivi del problema.
Abbiamo anche messo in campo proposte operative riguardanti la necessità di attivare, da parte degli Enti ed Istituzioni preposte, interventi per la messa in opera di barriere fisiche per evitare la diffusione della malattia nei territori limitrofi alle zone interessate dai focolai.
Occorre dunque procedere con rapidità e con procedure semplificate per evitare il propagarsi di una malattia devastante per gli allevamenti e per l’economia nazionale, con inevitabili ricadute sia sull’attività venatoria che su quelle sportive ad essa correlate. Tutto ciò dovrà essere però consentito facendo tesoro anche dell’apporto determinante del mondo venatorio e senza cadere nella tentazione di applicare inutili provvedimenti restrittivi o ancora peggio vessatori verso la nostra passione.
Su questi precisi aspetti, riportiamo con piacere l’intervento della Senatrice Caterina Biti, eletta in Toscana, e che ha svolto un ruolo importate e qualificato nella sua veste di relatrice al Senato sul Decreto Legge per il contrasto alla diffusione della PSA, recentemente approvato.
““Il contributo dato dal Senato per migliorare il decreto-legge per il contrasto alla diffusione della peste suina africana è stato di grande qualità. La peste suina africana è un problema da affrontare con la massima determinazione, con risorse adeguate e poteri ampi da parte del commissario, senza danneggiare l’attività meritoria che il settore venatorio conduce per la corretta gestione della fauna selvatica. Il provvedimento parla chiaro: il nostro obiettivo non deve essere solo di contenere la malattia, ma di eradicarla, per tutelare la filiera suinicola che rappresenta un asset rilevante per l’economia nazionale. Le modifiche a cui abbiamo lavorato prevedono lo stanziamento di 10 milioni per le opere di confinamento delle zone infette, procedure estremamente semplificate per la loro posa in opera, precise deroghe a regolamenti edilizi e valutazioni d’incidenza ambientale e poteri commissariali straordinari per dichiarare la pubblica utilità di queste recinzioni. Così facendo consentiamo di fare presto e bene, senza che gli impedimenti burocratici possano ostacolare il lavoro estremamente urgente del commissario. Grazie alla collaborazione tra esperti, portatori d’interesse, Parlamento e Governo abbiamo tutelato l’attività venatoria da possibili forzature e ci siamo concentrati esclusivamente sugli strumenti più rapidi ed efficaci da dare al commissario per fronteggiare l’emergenza. L’ampia condivisione che c’è stata nel voto finale sul provvedimento è la dimostrazione della bontà del lavoro svolto, nel metodo e nel merito.”