A MASSA RIUSCITO CONFRONTO SULLA PSA

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Federazione Italiana della Caccia mantiene alta l’attenzione sul tema PSA. A Massa dirigenti, componenti degli ATC e responsabili delle squadre di caccia al cinghiale incontrano Governo e Commissario Straordinario per fare il punto a pochi giorni dall’inizio della nuova stagione e avere risposte precise a richieste e proposte per rendere più incisiva l’azione di contrasto al virus

 

Roma, 16 settembre 2025 – A un anno dall’incontro organizzato a Filattiera, sempre nella stessa provincia, Federcaccia torna a confrontarsi con le Istituzioni sul tema PSA in un clima propositivo e collaborativo senza nascondere problematiche, dubbi e perplessità delle diverse espressioni associative e organizzative del mondo venatorio.

Lo ha fatto il 15 settembre a Massa nella Sala della Resistenza del Palazzo della Provincia, dove il Nazionale e le Federazioni Regionali di Toscana, Liguria ed Emilia-Romagna hanno organizzato un incontro riservato a queste componenti per fare il punto con il Governo, rappresentato dal Sottosegretario di Stato al Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste, sen. Patrizio Giacomo La Pietra, e con il Commissario Nazionale Straordinario alla PSA, dott. Giovanni Filippini, ai quali va il ringraziamento e riconosciuto il merito di non essersi mai sottratti al confronto con la nostra Federazione e con i cacciatori anche su temi non facili come questo.

Metodi, risultati e obbiettivi della strategia di lotta al diffondersi del virus – innocuo per l’uomo, ma potenzialmente devastante per la fauna selvatica e i suini domestici, con tutto ciò che questo comporta per un comparto essenziale della nostra economia – sono stati protagonisti di un pomeriggio al cui termine ci possiamo dichiarare soddisfatti anche se rimangono punti sui quali, pur nel pieno rispetto dei fini ultimi della strategia commissariale e avendo ben presenti le priorità che il dottor Filippini si trova davanti, non riusciamo a comprendere pienamente e a condividere.

Davanti a una sala gremita di un pubblico attento e partecipe, dopo un breve saluto di benvenuto e l’introduzione del Presidente Nazionale Massimo Buconi, i lavori si sono svolti in modo agile e produttivo, articolandosi su due Tavole Rotonde.

Alla prima, destinata a far emergere considerazioni e richieste, hanno preso parte moderati da Marco Ramanzini, Capo Ufficio Stampa della Federazione, i Presidenti Regionali FIdC di Emila-Romagna, Stefano Merighi; Toscana, Marco Salvadori; Tiziano Pizzasegola, Coordinatore degli ATC emiliano romagnoli; Emiliano Centofanti, Presidente dell’ATC Massa Carrara, e Luigi Tiscornia, componente del GOT (Gruppo Operativo Territoriale, hanno il compito di attuare sul territorio le misure di controllo e prevenzione della PSA) Liguria, oltre che Presidente e Commissario degli ATC GE1 e GE2.

Comune, pur nelle sfumature dovute alle diversità di territori e ruoli, il rilievo dato alla piena disponibilità e all’impegno da parte dell’Associazione, degli Atc e dei cacciatori alla realizzazione di quanto richiesto dalla struttura commissariale per far fronte all’epidemia: interventi sul territorio, adeguamenti di case di caccia e centri di sosta, formazione sul tema della biosicurezza… Il tutto realizzato nel più puro spirito di volontariato e senza poter attingere tranne rari casi a risorse messe a disposizione dalle pubbliche amministrazioni. Uno sforzo sicuramente non disinteressato, fatto per la propria passione, ma anche un mettersi a disposizione della società e di tutto il Paese per una emergenza che non è solo o principalmente venatoria. Una disponibilità che rende però ancora più giustificate le perplessità evidenziate su alcune limitazioni che oltre a rendere difficile lo svolgimento delle azioni richieste – in primis il depopolamento della specie – appaiono appunto quasi contrastanti con queste. Forte la richiesta, in questo senso, di aumentare il numero dei partecipanti alle battute, sia come uomini che come cani, e di ridurre il “fermo caccia” di 4 mesi che scatta automaticamente al ritrovamento di una carcassa o altra parte infetta sul terreno.

All’attenzione del Commissario e del Sottosegretario sono state evidenziate anche altre incongruenze: il fatto che dove vige il divieto per la presenza della PSA i cacciatori non possono esercitare, mentre altre categorie, dagli escursionisti ai fungaioli, si muovono tranquillamente; la penalizzazione di certe forme di caccia come la braccata, che si sono invece sempre dimostrate le più efficaci in termini di resa; il limitato o del tutto assente coinvolgimento del mondo venatorio nelle fasi decisionali.

Tutto questo, come è stato più volte sottolineato, sta portando a una crescente disaffezione e a un ulteriore calo dei cacciatori. Un problema per le associazioni, ma anche per la gestione del territorio nel suo complesso, perché andando avanti su questa strada, il mondo venatorio e il sistema degli ATC – preoccupazione per altro espressa più volte in diversi contesti sia dalle pubbliche amministrazioni che da enti come ISPRA – non sarà in grado di continuare a fornire quell’apporto essenziale di volontariato specializzato che Istituzioni e mondo agricolo richiedono, nemmeno per fare la gestione, per così dire, ordinaria.

Al termine della prima tavola rotonda e dopo il saluto dell’Assessore Regionale alla caccia della Liguria, Alessio Piana che era presente in sala, si è entrati nel vivo della giornata con la seconda parte. Moderati da Paolo Pini, Consigliere di Presidenza Nazionale, sono saliti al tavolo dei relatori il Sottosegretario La Pietra, il Commissario Filippini, il Presidente Buconi e il Presidente Regionale FIdC Liguria, Andrea Campanile. Anche quest’ultimo, coinvolto sin dal primo momento nella gestione della PSA, il cui caso iniziale fu riscontrato appunto in Liguria, ha ben evidenziato, rivolgendosi in particolare al Commissario, l’ampia disponibilità dimostrata dai cacciatori in questi ormai lunghi 4 anni dando un contributo fondamentale e insostituibile malgrado, come ha ricordato, quella contro la PSA in realtà non sia una battaglia del mondo venatorio, che agisce da “esercito” dalle Istituzioni, ma non è né un esercito volontario né pagato, anzi è composto di persone che pagano paradossalmente a volte per non andare a caccia. E fare capire le ragioni di certe limitazioni o di certe differenze di trattamento ricordate nella prima parte dell’incontro non è facile. Serve motivare i cacciatori e questa motivazione non scevra di considerazione devono essere le Istituzioni a darla, ha affermato Campanile.

Da parte del rappresentante del Governo è stata espressa e assicurata la massima attenzione sui temi emersi, così come più in generale per l’attività venatoria nel complesso, anticipando che nella riforma della 157/92 in corso sono presenti anche forme di finanziamento per gli Atc indipendenti dal numero degli iscritti, proprio per consentire il regolare svolgimento di tutti i compiti cui devono far fronte. “L’indirizzo politico del Governo è quello di valorizzare il mondo venatorio, riconoscendogli il ruolo e il peso che ha – ha dichiarato in un passaggio il Sottosegretario – e in questo senso stiamo lavorando, dalla riforma, alla legge sulla montagna ad altri interventi. Devo però ricordare che su questo tema la competenza è del Ministero dell’Ambiente e non dell’Agricoltura, come credo inutile sottolineare che nella questione PSA l’obbiettivo è salvaguardare un comparto economico fondamentale per la nostra economia”.

Il Commissario da parte sua si è dichiarato aperto a dare, ove possibile, ascolto alle richieste del mondo venatorio ma sempre con prudenza e ragionevolezza. “In tutte le Ordinanze commissariali – ha ricordato – mi sono lasciato la possibilità di concedere deroghe a quanto disposto. È chiaro che le deroghe devono essere motivate da condizioni particolari, in particolare dal territorio, e valutate caso per caso”. E in merito alla braccata, riconoscendola come il metodo più efficace ha tenuto a sottolineare che per combattere la PSA “non è possibile aprirla ovunque, va fatta con intelligenza” dicendosi disponibile a analizzare nuovamente i numeri massimi dei cacciatori previsti per le squadre impegnate nel depopolamento, riconoscendo che fare sintesi delle diverse necessità o richieste espresse sul territorio non è sempre facile e a volte una categoria subisce più limitazioni di altre. “Dobbiamo condividere la strategia – ha concluso Filippini – solo così possiamo avanzare insieme”.

Oggi parliamo di PSA, ma sono tanti gli aspetti gestionali di cui Federcaccia si occupa attraverso i suoi tecnici e giuristi. Federcaccia c’è sempre, c’è per collaborare, c’è per chiedere, c’è per proporre” ha esordito il Presidente Buconi nel suo intervento conclusivo rivolgendosi agli esponenti governativi. “Discutiamo, critichiamo, ma siamo qui. Abbiamo dato ai nostri dirigenti il modo di presentare la loro posizione, anche le loro critiche. E grazie a voi che ci avete dato questa possibilità”.

Ci sono cose però – ha proseguito Buconi – dove c’è una evidenza dei fatti che ci spiega il perché di certe scelte. Ma ne restano altre che continuiamo a non capire”; limitazioni che il Presidente ha definito difficili da comprendere, richiamando quanto già avanzato nella prima parte dei lavori in merito a provvedimenti che appaiono in contrasto con gli obiettivi che la strategia di lotta alla PSA si pone, come i mesi di fermo forzato alle operazioni di controllo o impedire i movimenti solo ai cacciatori.

Senza perdere di vista i fini e la strategia nel suo complesso, senza inficiare la credibilità con la Commissione Europea, ci dovete aiutare a non perdere il potenziale e la forza operativa dei cacciatori. Questo rimane un nodo che va sciolto perché non ci si può limitare a chiedere e dare limiti solo a noi cacciatori” ha concluso il Presidente fra gli applausi”.

 

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