Sul Bando per le azioni di sensibilizzazione contro la lotta al bracconaggio e l’indagine della Corte dei Conti, la posizione delle associazioni venatorie venete costituenti la cabina di regia regionale
Sulla questione del bando per le azioni di sensibilizzazione contro la lotta al bracconaggio riponiamo, come sempre, massima fiducia sia verso la Corte dei Conti che rispetto alle forze dell’ordine, che sanno fare il proprio lavoro con attenzione, competenza e professionalità, ed aspettiamo quindi fiduciosi la conclusione di accertamenti e indagini.
Anche le Associazioni venatorie sono da sempre impegnate nel contrasto alle attività illecite nel settore faunistico e venatorio, al fianco, tramite le proprie guardie volontarie, dei Corpi di vigilanza di province e Città metropolitana.
Non ce ne voglia il consigliere Zanoni se coltiviamo anche queste passioni e questo
impegno, al fianco delle istituzioni: non si tratta certo di un suo esclusivo patrimonio.
Ricordiamo che le tasse annualmente versate alle casse regionali dai cacciatori veneti per esercitare l’attività venatoria (€ 84,00 a testa) costituiscono fondi vincolati per azioni ed interventi di tutela e gestione del patrimonio faunistico e quindi dell’ambiente e del territorio. Nel caso specifico del Bando oggetto di accertamento le risorse impegnate, rispetto al gettito complessivo annuale, rappresentano circa il 5% del totale. Risorse che sono state oggetto di erogazione sulla base di un bando pubblico che prevedeva puntuali criteri e limiti di ammissibilità e che, ci sembra necessario evidenziare, non è stato a suo tempo oggetto di impugnazioni o ricorsi amministrativi nemmeno da parte di chi, oggi, si vuole ergere a paladino della legalità.
Se quel bando conteneva previsioni e misure illegittime o anche solo ambigue, i tempi e gli spazi della trasparenza della PA (il Bando è stato esaminato dalla Commissione consiliare ed è stato pubblicato sul bollettino ufficiale della Regione) avrebbero consentito di rimediare e migliorare.
Dagli stessi fondi di bilancio vincolati la Regione reperisce, come dovrebbe sapere il consigliere Zanoni, le risorse per il recupero, la cura e la riabilitazione della fauna selvatica in difficoltà, i c.d. “CRAS” per la cui gestione sia Zanoni che la collega Guarda in queste settimane propongono l’equazione “meno risorse ai Cras per erogare fondi alle Associazioni venatorie”, elogiando spesso eroiche gesta di Associazioni e Gruppi o anche privati che gestiscono queste strutture, secondo un presunto spirito filantropico.
Peccato che i consiglieri Guarda e Zanoni non riescano a spiegare, per primi a sé stessi, il perché debba essere criticabile – a prescindere – l’assegnazione di risorse pubbliche sulla base di un bando per le azioni di sensibilizzazione contro la lotta al bracconaggio ed invece nulla si dica in merito all’assegnazione dell’attività dei CRAS con corrispettivi liquidati (ma non erano attività volontaristiche, consigliere Zanoni? …) al di fuori di parametrazione e confronto concorrenziale, che è il fondamento di una sana gestione del danaro pubblico.
E allora vorremmo chiedere al consigliere Zanoni e alla sua collega Guarda: come sono affidate le gestioni dei CRAS?! Con altrettanti bandi pubblici oppure con altre forme che non garantiscono la medesima trasparenza? E ancora, quanti soldi versano le cosiddette associazioni animal/ambientaliste alle casse regionali o desiderano solo attingere ai denari pubblici per farsi propaganda? Certo l’attività di volontariato è la base di impegno sociale e allora ci chiediamo: come mai solo queste associazioni hanno la gestione dei CRAS e di varie realtà ambientali protette (parchi, oasi, ecc.)? Che ci sia un qualche elemento di privilegio o di prelazione? A noi non è noto!
Forse anche per queste situazioni potrebbe trarre utilità un’analisi approfondita dei finanzieri e della Corte dei Conti, perché sempre di soldi pubblici si tratta.
E’ necessario ricordare ai consiglieri Guarda e Zanoni che sparano (è proprio il caso di dirlo …) cifre a caso, che per lo stesso bando edizione 2020 le Associazioni che sottoscrivono questa nota informativa hanno – unitariamente – rinunciato ai fondi, chiedendo alla Regione di destinarli all’emergenza COVID nel corso del primo e più drammatico anno di pandemia. Non ci risultano analoghe rinunce da parte delle Associazioni ambientaliste ed animaliste rispetto all’acquisizione di fondi pubblici.
Ed infine: consigliere Zanoni è verissimo che il PD è per il rispetto e la tutela dell’ambiente ed anche noi lo siamo tanto quanto le associazioni alle quali Lei fa riferimento, ma non abbiamo trovato nei documenti del PD avversità all’esercizio venatorio effettuato nel rispetto delle norme. E quindi la smetta una buona volta di tentare di criminalizzare i cacciatori. Ci sembra che anche i suoi colleghi si siano stancati di questo disco rotto che suona ogni volta che si parla di caccia e di cacciatori.
Lo dimostra il recente voto in 3^ Commissione proprio rispetto all’edizione 2021 del Bando in questione.
Noi ci riteniamo persone per bene ed in ogni caso – a differenza di chi, magari per partecipare ad un (forse troppo frettoloso) affidamento di un CRAS, la propria fedina penale può limitarsi ad autocertificarla – ogni cacciatore è periodicamente soggetto a verifiche e controlli da parte della pubblica amministrazione rispetto al possesso di requisiti di affidabilità e moralità; cittadini/cacciatori che come tanti hanno a cuore la tutela dell’ambiente e la gestione del patrimonio faunistico, ittico, boschivo e floreale della nostra Regione. Forse non tutti i cittadini, e tra questi anche quelli che Lei rappresenta, hanno così a cuore questi valori come i cacciatori.
Certo non siamo vegani, ma non per questo odiamo chi non la pensa come noi.
CABINA DI REGIA ASSOCIAZIONI VENATORIE DEL VENETO