MODIFICHE ALLA 157/92. FEDERCACCIA LIGURIA E LE ALTRE AA.VV. DEL COORDINAMENTO RISPONDONO DALLE PAGINE DEL SECOLO XIX

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Federcaccia Liguria e il Coordinamento delle Associazioni Venatorie Regionali Liguri rispondono dalle pagine del quotidiano “Il Secolo XIX” alle polemiche sterili e in gran parte faziose seguite all’annuncio di una revisione in corso della normativa sull’attività venatoria. Di seguito la nota pubblicata dal quotidiano.

Negli ultimi giorni si è riacceso il dibattito sulla caccia in Italia, con particolare riferimento alla legge 157/92, che regola la protezione della fauna omeoterma e il prelievo venatorio. Alcuni articoli apparsi su quotidiani nazionali hanno sollevato preoccupazioni circa una presunta volontà del Governo di modificare in senso permissivo l’attuale normativa, paventando rischi per la fauna selvatica e la sicurezza pubblica.

A rispondere è il Coordinamento delle Associazioni Venatorie Regionali Liguri, che in una nota smentisce le ricostruzioni diffuse a mezzo stampa e denuncia quella che definisce una “campagna di mistificazione” da parte di ambienti animalisti.

“Ad oggi – si legge nel comunicato – non risulta che il Governo abbia presentato alcun disegno di legge per modificare la 157/92. Si tratta quindi di polemiche strumentali, basate su ipotesi non confermate e alimentate da una visione ideologica e distorta dell’attività venatoria”.

Le associazioni venatorie riconoscono che, dopo oltre trent’anni, la legge meriterebbe aggiornamenti per adattarsi ai cambiamenti del territorio e della fauna, ma sottolineano che le proposte di modifica avanzate negli anni mirano principalmente a un’armonizzazione con le normative europee.

“È completamente infondato – prosegue la nota – sostenere che i cacciatori vogliano esercitare la loro attività di notte o sulle spiagge in presenza di bagnanti. Sono scenari fantasiosi, utili solo a screditare la nostra passione”.

Secondo il coordinamento ligure, in tutti i Paesi europei la caccia è ancora oggi sostenuta dall’opinione pubblica e continua ad attrarre anche le giovani generazioni. Per i cacciatori italiani, si tratta di una tradizione profondamente radicata nel tessuto culturale e rurale del Paese.

“La caccia non è uno sport – ribadiscono – ma una passione che si svolge a stretto contatto con la natura, e che prevede il rispetto delle regole e dell’ambiente. Non ci sottrarremo al confronto: siamo pronti a discutere e a rispondere con dati scientifici alle critiche, ma chiediamo che il dibattito avvenga su basi oggettive e non ideologiche”.

Il coordinamento conclude auspicando che nelle prossime settimane si possa aprire un confronto costruttivo e sereno sulla normativa, che tenga conto delle esigenze di tutela ambientale ma anche del valore sociale e culturale della caccia.