AGGIORNATA – CAMERA DEI DEPUTATI. NUOVA INTERROGAZIONE SULLA PSA

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La notizia è stata aggiornata con la risposta del ministro Patuanelli, riportata in coda

A seguire il testo di una interrogazione a risposta immediata, primo firmatario l’onorevole Molinari (Lega) e altri, presentata ieri alla Camera, in materia di Peste suina africana, che verrà discussa oggi in Assemblea, a partire dalle ore 15.

 

Al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali. — Per sapere – premesso che:

gli effetti di una incontrollata diffusione della peste suina africana (Psa) in Italia avrebbero conseguenze economiche ingentissime e a lungo termine, mettendo in seria crisi il lavoro degli allevatori italiani; la diffusione della Psa e il grande rischio di espansione è legato prevalentemente al proliferare dei cinghiali, riconosciuti come principali vettori della malattia;

dal monitoraggio effettuato dall’Istituto sperimentale zooprofilattico di Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta, tra Piemonte e Liguria sono già 35 i casi di Psa nelle carcasse dei cinghiali trovati morti (17 in Piemonte e 18 in Liguria);

allevatori e trasformatori, che portano sul mercato eccellenze del made in Italy, sono allarmati; un problema di ordine sanitario rischia di provocare un danno irreparabile per il tessuto produttivo ed economico legato alla filiera suinicola, in particolare per la produzione di prosciutti Dop e Igp;

è importante aver previsto la nomina di un Commissario straordinario per l’emergenza Psa, ma questo, oltre ad avere compiti di coordinamento e monitoraggio delle azioni e delle misure, dovrebbe avere a disposizione anche risorse e mezzi affinché possa effettivamente eradicare la malattia, al fine di tutelare il patrimonio suinicolo nazionale, salvaguardare le esportazioni, il sistema produttivo nazionale e la relativa filiera; il comparto suinicolo, oggi, a causa della Psa, dei costi dell’energia e delle materie prime, subisce un danno pari a 20 milioni di euro ogni settimana;

le conseguenze, anche economiche, innescate dalla Psa sulla filiera suinicola e sulle attività economiche, come anche quelle ricettive, site nelle «zona infetta» e sottoposte a restrizioni, sono pesantissime; sarebbero opportuni adeguati indennizzi rivolti a tutte le attività economiche e professionali della filiera agricola e zootecnica, e anche turistica, che operano nella zona infetta;

inoltre, è necessaria una riforma organica della legge n. 157 del 1992, per adeguarla alle esigenze attuali perché questa, abbinata alla carenza di personale per il controllo, non è più in grado di contrastare il fenomeno della proliferazione dei cinghiali –:

quali azioni, per quanto di competenza, intenda adottare per sostenere la suinicoltura italiana, incrementando le misure economiche già previste a favore degli allevatori e adottando iniziative di sostegno ad hoc, magari cofinanziate dall’Unione europea, per compensare le imprese agricole dai danni diretti ed indiretti causati dalle inevitabili misure restrittive che verranno adottate per arginare la diffusione della Psa, nonché per garantire la massima trasparenza nella determinazione dei prezzi, al fine di garantire una stabilizzazione del mercato e scongiurare le eventuali e dannose speculazioni che si possano venire a creare.

 

PRESIDENTE. Il deputato Viviani ha facoltà di illustrare l’interrogazione Molinari ed altri n. 3-02761, di cui è cofirmatario.

LORENZO VIVIANI (LEGA). Grazie, Ministro, grazie Presidente. Signor Ministro, il tema della peste suina, che ha colpito la regione Liguria, ma, a parte la regione Liguria, il Basso Piemonte, sta mettendo in seria crisi, veramente, le nostre aziende agricole, dell’agroalimentare, ma anche tutto l’indotto che si crea intorno a queste aziende. Ma mi faccia dire, nella zona rossa è proprio in crisi anche la socialità delle persone. Stiamo uscendo, malgrado tutto, dalla pandemia da COVID, ma in quelle zone ci sono restrizioni per i nostri concittadini, e quindi sta diventando realmente qualcosa che non si riesce più a sopportare.

Al contempo, è fondamentale riuscire a preservare e a non far uscire dai confini della zona rossa il morbo della peste suina, e bisogna eradicarla in maniera assoluta, per evitare l’azzeramento di un importantissimo settore del nostro agroalimentare. È un fatto positivo che ci sia stata la nomina, finalmente, del commissario interregionale, che deve avere, però, un portafoglio e deve avere gli strumenti legislativi per intervenire sui territori. È altrettanto positivo che le regioni si stiano muovendo, che stiano dando il massimo, tutti i giorni, per combattere questo problema, però chiediamo a lei, realmente, un intervento per quanto riguarda i ristori alle aziende e, mi faccia dire, per dare massima trasparenza a un mercato ed evitare le speculazioni, che rischierebbero di mettere in dura crisi un settore strategico per il nostro Paese. Ricordiamoci che c’è in gioco territorio, aziende e il futuro del nostro agroalimentare, di una grandissima fetta del nostro agroalimentare italiano.

PRESIDENTE. Il Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali, Stefano Patuanelli, ha facoltà di rispondere.

STEFANO PATUANELLI, Ministro delle Politiche agricole alimentari e forestali. Grazie, presidente. Ringrazio gli onorevoli interroganti. Anche io non mi soffermo sull’importanza del settore suinicolo per il nostro Paese, basti pensare al San Daniele, al Parma, a tutte le numerose eccellenze che rappresentano nel mondo il nostro Paese legate a questa filiera, che è toccata oggi ancora marginalmente – e, ovviamente, va protetta, dalla PSA -, ma che ha comunque problemi oggettivi anche rispetto ai prezzi con cui si stanno scambiando le merci suinicole, e su questo tornerò alla fine del mio intervento.

Rispetto al tema della PSA, credo che il Governo si sia attivato immediatamente per arginare la diffusione di questa terribile malattia, attraverso, ovviamente, le strutture del Ministero della Salute, che è competente in materia. Abbiamo, nella scorsa settimana, approvato il decreto che istituisce la figura del commissario, ma che fa anche di più, perché impone alle regioni, come è giusto che sia, di avere un piano di attuazione per l’emergenza, entro 30 giorni. Il commissario sarà nominato con DPCM, su proposta del Ministero della Salute, cosa che avverrà nelle prossime ore, dove ci sarà la formalizzazione della figura del commissario. Devo ringraziare veramente di cuore i presidenti di regione e gli assessori delle regioni coinvolte per il grande contributo che hanno dato e la grande collaborazione che c’è. Anche questa mattina ho visto l’assessore Protopapa, ma ci sentiamo con tutti gli assessori, quotidianamente, su questo tema.

Per quanto riguarda il contenimento, esso è fondamentale e stiamo lavorando per questo. Il Ministero darà attuazione a ciò che è previsto nel “decreto Sostegni-ter”, con 50 milioni di euro, 15 dei quali sono per interventi di tutela della biosicurezza, banalmente per la separazione fisica, quindi la realizzazione delle recinzioni, strumento fondamentale perché non si trasferisca la peste suina all’interno degli allevamenti domestici, evitando che vada ad intaccare il patrimonio incredibile rappresentato da questa filiera.

Credo che, oltre ad aver allocato immediatamente 50 milioni, 15, come dicevo, sulla biosicurezza e 35 per gli interventi per i danni diretti alle aziende eventualmente coinvolte, non soltanto della filiera suinicola, ma anche dell’indotto e di tutte le attività che sono intaccate dalle disposizioni della zona rossa che hanno a che fare con il turismo, con il modo in cui ci si sposta in quelle aree, stiamo valutando – e ritengo che la valutazione sarà positiva – di richiedere a Bruxelles i sostegni di mercato di cui all’articolo 220 del regolamento 1308 del 2013 sulla OCM unica, che riguardano i danni indiretti rispetto al tema della PSA. Credo che sia una pratica non facilissima nelle modalità esecutive, ma che sia necessaria, perché bisogna identificare i criteri di individuazione delle aziende che possono accedere a quei ristori per danni indiretti e una chiara valutazione del metodo di individuazione dei valori di riferimento. Anche su questo siamo ottimisti, sia nel percorso che stiamo facendo con l’Europa sia per avere questa possibilità. Il settore suinicolo non ha, però, soltanto il problema della PSA, anzi, direi che in questo momento la PSA sta ancora al di fuori, grazie a Dio, del settore suinicolo. Credo sia necessario intervenire in modo strutturale, con la riduzione dei costi di produzione, penso al tema dell’energia, penso alla mangimistica, che stanno incidendo profondamente.

Abbiamo uno strumento nuovo. Oggi, nelle quattro domande del question time di fatto si toccano filiere che hanno sostanzialmente la stessa tipologia di problemi e devono avere risposte concrete e reali. Il Parlamento ha recepito la direttiva sulle pratiche sleali. Ricordo che ogni contratto commerciale che viene chiuso con un prezzo inferiore ai costi di produzione è pratica sleale. Credo che bisogna trasmettere fortemente questo messaggio ai nostri produttori e ai nostri allevatori.

È uno strumento fondamentale: penso che solo fra dieci anni ci renderemo conto di quanto importante sia stato aver approvato il decreto legislativo sulle pratiche sleali e quanto sia stato positivo il lavoro che il Parlamento ha fatto.

PRESIDENTE. Il deputato Golinelli ha facoltà di replicare.

GUGLIELMO GOLINELLI (LEGA). Grazie, Presidente. Buonasera, Ministro. Una premessa necessaria è che la peste suina non comporta rischi per la salute umana, ma i rischi sono pesanti per i suidi e, soprattutto, le conseguenze sono pesanti a livello economico per il comparto agroalimentare connesso alla suinicoltura. Gli interventi da lei elencati, ahimè, Ministro, non sono sufficienti; è stato fatto un grande lavoro da parte delle regioni, si è cercato di intavolare la questione quanto prima, ma, ad oggi, a livello pratico, non è ancora stato fatto nulla per bloccare la peste suina e, soprattutto, le risorse sono poche. Per darle un ordine di grandezza, il calo dei prezzi che ha subito il mercato dei suini da macello in questo mese di peste suina è di 20 milioni di euro di fatturato mancanti alle aziende di ingrassatori, ai produttori di suini da macello. Se dovesse comparire un caso nella provincia di Cuneo, che è composta da 950 mila suini, avremmo un costo, in regime di fermo stalla, di un milione di euro al giorno solo per l’alimentazione dei maiali, senza considerare poi i danni causati dal blocco delle esportazioni verso Paesi terzi, come Cina, Taiwan e Giappone, i danni alla silvicoltura, i danni al turismo e alle attività ludiche della zona compresa nel focolaio. Questo per dirle che 50 milioni di euro sono pochi e che un problema come la peste suina non lo si risolve con un “decreto PSA” ad invarianza finanziaria e senza modificare la legge n. 157 del 1992 sugli abbattimenti. 

Da umile addetto ai lavori, mi avvio alla conclusione dandole qualche suggerimento: sicuramente coinvolgere il genio militare per la realizzazione della recinzione della zona focolaio e correre su questa ipotesi; aumentare, inoltre, le risorse stanziate. Al riguardo, come le ho detto, 50 milioni di euro sono pochi; il commissario deve avere a disposizione ingenti risorse, poiché occorre comprare test sierologici e antigenici per il monitoraggio dei suini nel Centro-Nord Italia, nonché gabbie per la cattura degli animali; inoltre, bisogna pagare le munizioni e le prestazioni dei cacciatori che saranno chiamati a fare il controllo faunistico, lavorando giorno e notte per diversi mesi. 

Poi, se posso, le do un suggerimento di natura etica: la questione è talmente grande e talmente pesante che non possiamo permetterci di lisciare il pelo agli animalisti e, soprattutto, di fare distinguo tra aree protette e non protette a livello di gestione faunistica, ma bisogna intervenire con tutta la forza e con tutti i mezzi disponibili