“Poco e male è stato pensato e indirizzato il protagonismo che dovrebbe avere il comparto agricolo. Finora, anche nelle sedi parlamentari, di agricoltura si è parlato soltanto come di un settore che deve essere accompagnato e sostenuto come se ci trovassimo di fronte ad un problema e non certo una risorsa. Servono misure strutturali e alcune leggi ‘bandierina’, come i premi per i cuochi d’Italia o quelli che allargano gli staff ministeriali o il quasi azzeramento delle risorse sulla legge sull’imprenditoria giovanile, vanno in senso opposto. Per il momento solo commissari, come quelli sulla siccità e sulla PSA, fra l’altro di scarsa efficacia operativa. L’ho ribadito questa mattina in occasione del convegno organizzato dal gruppo Pd della Camera dal titolo ‘Con l’agricoltura, verso il futuro’, moderato dalla collega Antonella Forattini”. Così l’on. Stefano Vaccari, Capogruppo PD in Commissione Agricoltura alla Camera al termine dei lavori ospitati nella sala “Enrico Berlinguer”, nella mattinata di oggi, 23 luglio.
“Il bersaglio – ha proseguito il Deputato Pd tirando le fila della proficua mattinata – non può e non deve essere l’Europa e tanto meno il Green Deal, perché le misure ecologiche non sono, e non dovranno essere, un freno alla produzione e un costo che l’agricoltore non può sostenere. Il problema non è la contrapposizione tra misure ambientali e necessità dell’agricoltura, tra cibo e ambiente. Il problema vero è il costo per l’agricoltore, il calo del suo reddito, l’impossibilità di far fronte ai suoi impegni finanziari. Per questo ho illustrato le proposte del Pd per la ‘tutela del reddito degli agricoltori’, che consideriamo ‘il nodo prioritario da sciogliere’ per il comparto. Altro tema è la questione generazionale in Italia, il Paese europeo con la maggior percentuale di agricoltori sopra i 60 anni. Così come occorrono interventi finalizzati a promuovere l’innovazione e la ricerca”.
Intervenire immediatamente sul reddito degli agricoltori, dando corretta attuazione alla direttiva Ue sulle pratiche commerciali sleali, in cui s’impone ai distributori di pagare ai produttori il “giusto prezzo” senza vendere al di sotto dei costi di produzione è per il Pd la principale linea di azione per sostenere il comparto e per questo è stata chiesta l’istituzione di una Commissione di inchiesta sulle pratiche sleali e l’introduzione della figura del “mediatore delle relazioni commerciali agricole” e dell’”Osservatorio sulla formazione del prezzo e dei margini” oltre a sottolineare l’urgenza di “adottare un Piano nazionale per l’acqua, la siccità e il dissesto idrogeologico del territorio, con particolare attenzione alla costruzione di nuovi invasi e agli strumenti incentivanti per le aziende che adottano soluzioni di riuso e recupero delle acque. Tra gli interventi che abbiamo proposto anche la promozione di politiche per l’efficientamento energetico e l’elettrificazione dei mezzi e un piano straordinario di mobilitazione per un maggior controllo della fauna selvatica” ha proseguito Vaccari.
Numerosi gli interventi di qualificati rappresentanti del settore, tra i quali Livio Proietti, presidente di Ismea; diversi dirigenti di Istat e Barbara Nappini, presidente di Slow Food. Hanno portato poi il loro contributo Cristiano Fini di Cia, Stefano Masini di Coldiretti, Tommaso Battista di Copagri, Corrado Martinangelo di Agrocepi, Angelo Petruzzella di Legacoop Agroalimentare e Carlo Piccinini di Fedagripesca. Da Bruxelles è intervenuta l’europarlamentare e responsabile politiche agricole nella segreteria del Pd Camilla Laureti, che ha sottolineato come il tema non sia “se, ma come realizzare la transizione verde nell’agricoltura, che per prima paga il cambiamento climatico. La sfida è fare in modo che i fondi della Pac, circa 380 miliardi di euro, arrivino a tutte le aziende agricole, comprese le piccole e medie. Vincere questa sfida significa rispondere al tema dello sviluppo delle aree interne, del contrasto al caporalato, del reddito degli agricoltori, del protagonismo dei giovani e delle donne e della sostenibilità che, ricordo, deve essere ambientale, economica e soprattutto sociale”.
Concludendo i lavori Chiara Braga ha ribadito il fatto che “noi crediamo in una alleanza vera e concreta per conciliare agricoltura, natura e sviluppo e difendere un rapporto sano tra agricoltura e pianeta. Siamo dalla parte del lavoro sicuro e degnamente retribuito, dell’applicazione della legge sul caporalato. Bisogna saper sfruttare le tecnologie anche per gestire le nuove emergenze come nel caso della siccità.”
Presenti ai lavori fra i numerosi addetti ai lavori, anche il Presidente di Federcaccia Massimo Buconi, accompagnato dal Responsabile della Comunicazione Marco Ramanzini, e Fondazione Una.